2011年3月30日水曜日

7) la piccola Runa

Ho fatto amicizia con una bambina durante questi tre giorni dentro il rifugio. Si
chiama Runa. Ha 6 anni e spesso mi segue mentre faccio avanti e indietro per il rifugio.

Runa odia indossare la mascherina igienica. E allora le ho disegnato sopra un “Hello Kitty” e mi ha sorriso. Ci siamo conosciute così.

Durante la notte fa veramente freddo nella palestra. Ci sono solo copertine sottili e ci teniamo caldo stando vicini.

Non dormo troppo vicina ai colleghi perché sono tutti maschi nella mia squadra; me ne sto rintanata vicino all'ingresso, lontana dagli spifferi.

La palestra senza luce sembra una grotta. Niente stufa, niente
luce. Lo spazio è vuoto e buio. Sentiamo spesso delle scosse.

Se fossi sola, avrei paura e mi farei prendere dall'inquietudine.
Sento che stando insieme riusciamo a trasformare la paura in forza. E' così che aspettiamo che l'alba arrivi.

Sento qualcuno che singhiozza in mezzo a tanti che dormono.
Sarà qualcuno che ha paura? Che ha perso la famiglia, gli amici?
Starò qui solo per una settimana ma questa condizione durerà per molto tempo.

Non riesco a dormire perché fa troppo freddo ma ci devo riuscire.
Quando mi sono rigirata, Runa e’ venuta accanto a me, con la sua copertina.
Mi ha detto “ciao” e si è rannicchiata vicino.

Le ho chiesto “Runa, non riesci a dormire?”
Lei ha annuito. L'ho stretta al mio petto. Era calda.

Mi chiede “senti, hai un ragazzo?” e rispondo di sì.
Mi chiede “com'è?”. E io “ha la barba.”
E lei “come Babbo Natale?”

Ah, che carina! Le rispondo “sì, magari gli somiglia un po'”, accarezzandole i  capelli.

Mi chiede sorridente “Babbo Natale tornerà il prossimo inverno?”
E io “credo di sì perché sei una bambina brava.”

Ma Runa dice ancora “senti, la mia casa non c'è più... e se poi non mi trova? Puoi chiedergli di non dimenticarsi di portarmi un regalo?”.

La stringo forte a me.

Le chiedo “Runa, cosa vuoi per Natale?”.
mi risponde “una casa e mia mamma”.

Runa sta sempre con una signora e pensavo fosse sua madre. Ho invece così scoperto che è sua zia.

Sua madre è stata trovata morta sotto le macerie.
Runa era all’asilo ed è stata portata in salvo. Sua madre invece è morta portando via con sé le bambole e lo zaino con i libri di Runa.

Ho pensato che le mancasse molto la mamma ed è per questo che voleva dormire sempre con me.

Quando sono dovuta partire verso gli altri rifugi, Runa ha cominciato a piangere a dirotto. Non voleva separarsi da me.
Ha appena perso la mamma, ha il cuore ferito. Questa è un'ulteriore separazione.

Vorrei dirle “ci vediamo presto” ma Runa non ha più un indirizzo. Non posso neanche scriverle.
Le ho promesso che ci saremmo riviste appena la città sarebbe stata ricostruita, e me ne sono andata.

Spero che Runa potrà crescere dimenticandosi di questo disastro. Spero diventi una donna forte e dolce.
Spero tutto il bene per lei.

Ancora una volta ho infranto la mia promessa. Ho pianto mentre la salutavo da dietro il finestrino della macchina.

Come ha potuto il terremoto distruggere tutto?!
Non sapevo con chi o contro cosa sfogare il mio dolore.

Sono venuta qui per portare il sorriso e per incoraggiare la gente, ma ho fatto
piangere Runa.

Ho cercato di capire perché mi trovassi lì.

1 件のコメント: